La mia Storia di Latte iniziò con non poche difficoltà.
Tutto cominciò dopo un parto in ospedale piuttosto faticoso per via di una mobilità ridotta degli arti inferiori, in quanto ebbi problemi di edemi, gonfiori alle gambe. Inoltre il parto fu completamente indotto in quanto purtroppo non davo alcun segno di travaglio.
Finalmente la mia bimba nacque, malauguratamente non riuscì a fare il pelle a pelle, ed essendo molto stanca per via del parto, il primo giorno lo passai prevalentemente a riposo in attesa che qualcuno mi aiutasse ad attaccare la mia bimba al seno, dopo averci riprovato più volte ma con scarsi successi.
Le ostetriche dell’ospedale che si susseguivano dicevano ognuna qualcosa di diverso e mi ripetevano di riprovare incessantemente ad attaccare al mio seno la mia piccola. Lei però si innervosiva sempre più ed io mi sentivo affranta e incapace, anche perché di colostro ce ne avevo parecchio.
Di certo non era un problema di Latte.
Così la mia permanenza in ospedale di circa 6 giorni si risolse senza successo ed iniziai a tirarmi il latte con il tiralatte elettrico per poi somministrarlo alla mia bimba con il biberon.
Arrivato il giorno della dimissione, affiorarono diversi stati d’animo: disorientamento, paura di dover passare al latte artificiale solo perché la mia bimba non riusciva o non sapeva succhiare, ansia di perdere il mio latte che in quel momento era tanto.
Giunta a casa, iniziò la mia avventura con il tiralatte elettrico, ogni 2 ore tiravo il mio latte per darlo alla mia bimba con il biberon sia di giorno che di notte e questo durò circa 10 giorni. Nel frattempo chiesi aiuto su più fronti, dalle Ostetriche volontarie che vennero a casa ad aiutarmi, all’Associazione Futura fino ad arrivare al Consultorio. Fu proprio grazie a questi ultimi che riuscii ad attaccare finalmente la bambina al seno con l’aiuto di un paracapezzolo. Ciò significava finalmente allattamento al seno e dismissione di tiralatte e biberon.
Finalmente il contatto con mia figlia si faceva più forte e stretto, potevo sentire il suo calore e il suo corpicino adagiato su di me. Ma non ero del tutto soddisfatta, il mio desiderio più grande era quello di allattare senza alcun ausilio ed interferenza come la natura vuole.
Per questo mi affrettai ad agire per rimuovere il paracapezzolo, soprattutto quando seppi che l’allattamento con il paracapezzolo a lungo avrebbe potuto portare alla scomparsa del latte della mamma e quando iniziai ad avere problemi frequenti di ingorghi dolorosi al seno, forse causati dal suo uso continuo.
Quindi non mi persi d’animo e con la stessa determinazione e caparbietà di sempre, tentai di avere più consulenze con le professionali Ostetriche del Consultorio per ottenere suggerimenti su come fare per abbandonare definitivamente il paracapezzolo, intanto mi guardavo video su YouTube sull’allattamento e iniziai a frequentare l’Associazione Futura e il Nido delle Mamme, luoghi di incontro fantastici, utilissimi per neomamme sole come me.
Dopo circa 2 mesi di continui tentativi, finalmente riuscii ad abbandonare definitivamente anche il paracapezzolo.
EVVIVA!!! VITTORIA raggiunta 🙂
Ora potevo dire di poter allattare come la natura vuole senza interferenze con il solo Amore che una Mamma può fare.
A parte il dolore iniziale dei capezzoli ancora sensibili, ero molto soddisfatta e felice di aver realizzato questo mio grande desiderio, tanto è vero che a distanza di 1 anno dalla nascita di mia figlia continuo con soddisfazione a appagamento reciproco ad allattarla.
Dono meraviglioso che si può offrire e ricevere.
Barbara